Valle d'Aosta: quattro passi in paradiso
Un viaggio alla scoperta dei piatti e dei sapori valdostani
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Valle d'Aosta
La Val d’Aosta è la Regina delle Alpi, un vero paradiso per chi ama la natura, la montagna e gli sport invernali. Protetta dalle imponenti cime del Monte Bianco, Cervino e Gran Paradiso, questa regione racchiude nel suo ristretto territorio parchi, giardini botanici e percorsi naturalistici. La meta ideale per chi vuole non solo rilassarsi tra il bianco della neve e il verde degli alpeggi, ma vivere anche la storia, l’arte e la cultura di questa regione poco conosciuta, ma con un immenso patrimonio da scoprire.
Si parte da Aosta, capoluogo e unica provincia della Regione autonoma della Valle d’Aosta, una città considerata il più importante esempio di architettura romana del Nord Italia, un concentrato di arte e storia. Si passa poi per Courmayeur, mèta turistica e sciistica: regala un’atmosfera alpina originale passeggiando tra i negozi e le vie del centro, che riflettono cura per la tradizione e rispetto dell’architettura locale. Nei pressi della città e ai piedi del Ghiacciaio della Brenva sorge il Santuario di Notre Dame de Guérison, storico luogo di culto della Madonna. Numerosi gli antichi borghi che sembrano quasi dipinti o tirati fuori da un libro di fiabe, come Etroubles, un museo a cielo aperto annoverato tra i borghi più belli d’Italia o Chamois definita la “Perla delle Alpi”.
Ma qui è la montagna che fa da padrona con le sue cime e le sue valli, il verde dei pascoli, le rupi, le stradine che si inerpicano, le mucche, gli stambecchi, i cervi e gli sco - iattoli. Simbolo dell’unione tra natura e storia qui si trova il Parco Nazionale Gran Paradiso, con la sua superficie di oltre 71 mila ettari e un’altitudine che supera i 4.000 metri, uno dei più importanti del nostro paese, noto anche come il più antico parco italiano, fu infatti istituito nel 1922. La Valle d’Aosta rappresenta un crocevia di diversi popoli e nella sua espressione, soprattutto quella enogastronomica, si distacca molto dalla tradizione mediterranea del resto del paese, in questo caso ci sono più affinità con le regioni limitrofe come la Savoia o il Canton Vallese.
Chi viaggia alla scoperta dei piatti e delle tipicità della Valle d'Aosta scoprirà una cucina artigianale e contadina, che si basa sui cereali e le erbe di montagna, formaggi e salumi fatti secondo antiche lavorazioni. Terra di Fontina, innanzitutto, formaggio a marchio Dop insieme al fromadzo, al réblec de crama, al salignon, al séràs e la toma di Gressoney. Eccellente anche il comparto salumi, dal boudeun insaccato appartenente alla famiglia dei sanguinacci, alla motsetta, carne essiccata e aromatizzata di bovino o di camoscio. E non dimentichiamo il lard d’Arnad, il teteun, salume realizzato a partire dalle mammelle bovine salmistrate e le tipiche salsicce valdostane. La cucina è calda e morbida, fatta di zuppe e cereali, pane di segale, ma anche profumata di spezie o di erbe montane. Terra anche di grandi vitigni autoctoni e viticolture eroiche e di grande qualità, da cui si ricava l’ice-wine, vino da vendemmia tardiva, e di distillati, primo fra tutti il tradizionale Génépy, ricavato dalla macerazione in alcol delle artemisie.
ARCHEOLOGIA
Descritta come “angolo dell’antica Roma tra le Alpi”, Aosta è un vero concentrato di arte, cultura e storia. Vanta, infatti, molti resti di origine romana come il teatro, l’anfiteatro, il ponte, l’Arco di Augusto. A questi poi si aggiunge il suggestivo e misterioso Criptoportico Forense, un monumento di epoca romana che anticamente circondava l’area sacra del foro di Augusta Praetoria. La funzione di questa struttura interrata non è del tutto chiara, si ipotizza un deambulatorio o un deposito militare, certo è che serviva a regolarizzare il naturale dislivello del terreno in quell’area. Sopraelevati nello spazio della galleria si trovavano due templi uno accanto all’altro: il primo dedicato ad Augusto divinizzato e il secondo alla triade divina Giove, Giunone, Minerva. Da vedere anche il Complesso di S. Orso, per cui Aosta è celebre, con il suo chiostro romanico, il Priorato, la Basilica paleocristiana e la Cattedrale.
CASTELLO DI FENIS
Il castello di Fénis dimora della famiglia Challant, risale al XVI secolo e ha una storia del tutto diversa dagli altri castelli della regione. Costruito su un poggio privo di difese naturali, fu dotato di un imponente apparato difensivo con torrette, doppia cinta muraria e una torre quadrata che aveva una saracinesca per sbarrare l’androne in caso di pericolo; allo stesso tempo come in ogni dimora signorile e di rappresentanza non mancano eleganti decorazioni pittoriche, simboli di potenza e di prestigio, come i dipinti dell’Annunciazione e di San Cristoforo e un grande affresco raffigurante San Giorgio che uccide il drago. L’edificio rimase di proprietà dei Signori di Challant fino al 1716. Successivamente, l’edificio cadde in degrado, fino ad essere ridotto ad abitazione rurale, con le stalle al pianterreno ed il fienile al primo pieno. Il recupero del monumento si deve ad Alfredo d’Andrade, che acquistò il castello di Fénis nel 1895 e, dopo averne restaurato le parti più rovinate, lo donò allo Stato. Oggi l’edificio è di proprietà della Regione autonoma Valle d’Aosta.
LA GROLLA DELL'AMICIZIA
La grolla è uno dei prodotti artigianali più noti della Valle d’Aosta. È una sorta di coppa ricavata da un pezzo di legno pregiato con coperchio, realizzata al tornio e successivamente decorata a mano. Il termine grolla deriva da graal, che stava a indicare un recipiente utilizzato per bere il vino. Oggi, rispetto a ieri, la grolla è mutata nella forma: è più bassa e panciuta della grolla originaria, è munita di beccucci, con il coperchio tipicamente decorato e viene utilizzata per gustare in compagnia il caffè alla valdostana: è lungo, miscelato con grappa e genepì, zuccherato e speziato e viene servito fiammeggiante. Una ricetta tipica regionale che risale alla notte dei tempi, apprezzata per le sue doti rinvigorenti e per il suo gusto unico e sfizioso. Bere il caffè dalla grolla è un rito di convivialità e si beve rigorosamente “à la ronde”, ossia facendo passare la coppa di mano in mano, senza mai appoggiarla sul tavolo. Come si prepara il caffè alla valdostana? È una preparazione per infusione diretta: versate il caffè bollente nella grolla, zuccherate e mescolate, unite le scorze d’arancia e di limone, la cannella e chiodi garofano; unite poi i liquori (grappa, genepì, cognac), fiammeggiate, coprite e servite.
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