Valdobbiadene: là dove scorre... il Piave

Le frizzanti terre del prosecco


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Veneto

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Sapevate che lo scorso luglio le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono state elette patrimonio UNESCO?

Un viaggio di “conquista” iniziato già un decennio fa, giunto finalmente a compimento come giusta ricompensa per il territorio alto trevigiano, che da sempre gode di una particolare attenzione alla tutela dell’ambiente paesaggistico e delle tradizioni.

Quest’area collinare, unica del suo genere, ricopre un’area che abbraccia quindici comuni, che si estendono da Vittorio Veneto a Valdobbiadene, includendo anche Conegliano (situata un po’ più a sud), per una superficie totale pari a circa 20.000 ettari.

La sua unicità è definita dalle cordonate collinari che intervallano rilievi e valli erbose, che alla vista suscitano emozioni simili, o forse ancor superiori, a quelle di trovarsi ad ammirare un dipinto.

Il paesaggio agrario si compone come un mosaico, dove si alternano appezzamenti di colore variegato, macchie boschive e terrazzamenti scoscesi mozzafiato, dove si pratica una viticoltura cosiddetta “eroica”, perché difficoltosa da condurre, ma non per questo meno fruttuosa.

Anzi, se c’è un prodotto enologico che continua a conquistare sempre più palati è proprio il Prosecco, ad oggi il vino italiano più esportato nel mondo.

Ottenuto da vitigni Glera, la sua definizione arcaica era “vino pucino”; fu battezzato “prosecco” solo successivamente, in epoca rinascimentale, in onore del nome del luogo in cui sorgeva il primo castello veneto dove questo vino si produceva nell’antichità.

Nel territorio di Conegliano-Valdobbiadene i piaceri della tavola non sono legati esclusivamente alla bontà di questo frizzante accompagnamento per i pasti, ma anche a tante prelibatezze dolci e salate che scopriremo insieme pagina dopo pagina: se una volta erano considerati ingredienti poveri della cucina locale, oggi hanno triplicato il loro valore intangibile, quello dell’artigianalità che sopravvive al tempo. 

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