Carlo Cracco

Nato a Creazzo (VI) nel 1965, Chef di fama internazionale e volto televisivo e gastronomo


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Carlo Cracco: dietro grandi successi si nascondono sempre sacrifici, passione, voglia di farcela e indubbiamente una forte personalità.
Carlo Cracco per raggiungere le alte vette che lo hanno consacrato chef di fama internazionale ha, senza dubbio, tutti questi ingredienti. Conosciamolo più da vicino. È proprio lui a raccontarsi, da ieri… ad oggi. E scoprirete che nulla arriva per caso!

Come nasce la tua passione per la cucina?

Sicuramente dalla mia infanzia, quando da bambino vedevo mia mamma preparare il pranzo per la mia famiglia. Probabilmente a quei tempi, diciamo la verità, ero più interessato a mangiare… che a cucinare! La passione per i fornelli è arrivata dopo, quando ho dovuto scegliere che cosa fare del mio futuro. In quel momento mi sono indirizzato sulla scuola alberghiera, forse perché a quei tempi, desideravo fare un lavoro che mi permettesse di viaggiare.

Che cosa significa essere uno dei primi chef al mondo… quali emozioni si provano?

Tutto questo è il frutto di lavoro e tanti sacrifici. Per questo la gloria fine a se stessa mi interessa poco: la soddisfazione più grande per me è vedere felici i miei clienti e, in generale, le persone per cui cucino. Una volta hai dichiarato: “La cucina è disciplina”. Ecco: quanto conta la disciplina in cucina, ma anche nella tua vita? La disciplina è fondamentale, hai bisogno di ordine e di tanto impegno per fare bene il tuo lavoro. Credo sia la prima cosa che i giovani dovrebbero imparare, prima ancora di saper fare le cose. Se ti applichi, con dedizione e passione, riesci. Nella vita privata, invece, ho imparato ad essere più rilassato, meno ‘controllato’ diciamo.

Arte e cucina: quale è il legame?

Cucinare è un atto creativo. Per me ogni piatto fatto con cura e amore è un’opera d’arte: è una forma di espressione, di cultura, d’interpretazione personale di chi lo realizza.

Che cosa significa abbinare tradizione e innovazione in cucina? Anche i tuoi piatti rappresentano uno sguardo al passato e uno al futuro.

Significa avere rispetto per il proprio passato e le proprie radici. Significa valorizzare il proprio territorio e la propria cultura, ma guardando anche al futuro. Sì, stando al passo con i tempi. Penso sia importante mantenere questo equilibrio.

Per diventare uno chef: quali sono gli “ingredienti” fondamentali?

Eccoli: passione, curiosità, tecnica, studio, dedizione e… disciplina, quella di cui parlavamo poco fa.

Lontano dalla cucina. Conosciamo Carlo Cracco durante il suo tempo libero. Quali sono i tuoi hobby, le tue passioni?

Di tempo non ne ho tanto, devo ammettere. Il lavoro mi assorbe molto. Ma quando posso amo ritagliarmi degli spazi liberi: adoro il tennis, di solito gioco solo in vacanza. Poi mi piace correre in macchina, in pista. Quando sono al volante mi si libera la testa e mi scarico. Ma a parte gli hobby, il mio tempo libero lo dedico alla mia famiglia, alle persone che amo. Ho voglia di godermi i miei figli.

Quali sono i tuoi prossimi impegni professionali? Abbiamo letto che sbarcherai a Portofino, nello storico ristorante Pitosforo ad oggi chiuso, frequentato già negli anni 70-80 dal jet-set di tutto il mondo.

Sì, Portofino è la mia prossima sfida. Non era nei miei programmi, ma quando ho visto il ristorante sono rimasto affascinato dall’atmosfera e dalla magia del posto, un luogo unico. L’ho sentito subito mio e mi sono detto: devo fare qualcosa! Il risultato è che siamo già partiti con i lavori e spero presto di aprire, non vedo l’ora!

di Angelica Amodei

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