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Lo SPIRITO del NATALE in tavola


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Dicembre è il mese delle emozioni, dei ricordi, dei bilanci, della speranza.

Dicembre è il mese delle stelle, splendenti sin dal pomeriggio, come fuochi lontani di interminabili banchetti. Dicembre è il mese della tradizione. Una memoria arcaica celata nei nostri geni che riecheggia nei culti. Dicembre è il mese delle feste, a cominciare da quelle dei santi, quei «successori degli dei», come li definì il libraio e folclorista francese Émile Nourry, che, nei secoli, si sono resi vessilli di nazioni, città e piccole comunità.

Si comincia il giorno 4 con Santa Barbara di Nicomedia, protettrice di vigili del fuoco, minatori, carpentieri, artificieri e artiglieri, nonché patrona di Rieti. Il 6 dicembre è San Nicola, santo dei doni raffigurato con tre sacchi colmi d’oro dal pittore gotico Guido di Pietro, detto il Beato Angelico.

Patrono di Bari, dove è accompagnato dal classico cibo di strada del giorno, ossia focaccia, sgaggliozze (polenta fitta) e pòpizze (frittelle rotonde di impasto di farina), San Nicola è festeggiato anche a Trieste e a Merano. Il giorno successivo è Sant’Ambrogio, patrono di Milano, occasione perfetta per riscoprire quell’invernale cucina meneghina fatta di risotto all’ossobuco e cassœula. L’otto è festa per tutti, con l’Immacolata Concezione di Maria, “donna vestita di sole” che, in Sicilia, è celebrata con il buccellato, tipico dolce a forma di corona e ripieno di mandorle, zuccata e gocce di cioccolato.

Appena il tempo per terminare albero e presepe e il 13 si festeggia Santa Lucia, patrona di Siracusa ma commemorata anche a Udine, Zara, Treviso e Venezia. In questo giorno, sempre in Sicilia, la tradizione vuole che non si mangino né pane né pasta, ampiamente compensati, tuttavia, da arancini, panelle e cuccìa (grano cotto), chiamata anche grano di Santa Lucia. Il 21 è il giorno del solstizio d’inverno accompagnato dai suoi simboli che vanno oltre tempo e costumi come l’abete, il vischio, la quercia e l’agrifoglio, figure che anticipano il miracolo della luce nascente del Natale, celebrazione, al contempo, del sole invitto pagano e del sole di giustizia del Cristo nascente, nonché dell’operosità e della condivisone tra gli uomini.

Il nostro viaggio di dicembre inizia con il salmone e tutte le sue varianti in tante ricette gustose e mai impegnative. Il controcanto arriva dagli arrosti di tacchino, anatra, maiale e manzo, fedeli compagni dei primi freddi. Sempre dal forno poi, le tante declinazioni del pesce, per immergersi subito dopo in quello che è un rinfrescante sole d’inverno: l’arancia. I luoghi del gusto di Natale ci porteranno in Trentino, alla ricerca dello spirito fiabesco del mese, quindi in Piemonte, con ricette antiche e dai sapori decisi, a New York per vivere delle feste uniche per luci e colori e, infine, nella Firenze medicea. In tutto questo non potevano mancare panettone e torrone, simboli per antonomasia dei dolci delle feste e accompagnati, per l’occasione, dai biscotti fatti in casa, conviviali per natura, e golosissime torte, classiche e moderne, cui è dedicata una vera e propria sinfonia di pagine e di colori. Ci siamo poi permessi anche qualche lusso, raccontando l’aragosta attraverso ricette semplici ma di grande seduzione.

Parlando di vini non potevano mancare le bollicine dei migliori spumanti d’Italia, vere paillette liquide capaci di illuminare feste e cuori e, a fine pasto, un ottimo Scotch Whisky, di cui vi sveliamo storia e segreti. Un numero ricco, per un dicembre pieno di emozioni.

Alessandro Brizi

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