Melanzana

Melanza: per lungo tempo non fu consumata in alcun modo perché ritenuta responsabile di indurre la p


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orto legumi

La Melanzana: senza di lei non potrebbero esistere né la parmigiana né la pasta alla norma e la caponata, piatti simbolo della nostra cucina meridionale noti in tutto il mondo.

Una solanacea del genere Solanum, che si suddivide in diverse varietà botaniche. Il suo nome deriverebbe dall’arabo badingian, a cui fu poi aggiunto il prefisso mela ottenendo la parola melanciana ed infine melanzana, ad indicare una “mela non sana”, in quanto non commestibile a crudo.

La zona d’origine di questo ortaggio è tutt’ora avvolta da un alone di mistero, benché alcuni botanici pare abbiano rinvenuto esemplari spontanei di una specie affine in India e in Birmania. La melanzana con molta probabilità giunse in Egitto attraverso l’Asia Minore intorno al 1200, e nel secolo successivo passò in Europa, diffondendosi essenzialmente nel Mediterraneo e in particolare nelle regioni meridionali di questo bacino. Fu il botanico Giovanvettorio Soderini in epoca rinascimentale a descrivere per primo le caratteristiche dei vari tipi di melanzane (bianca, violetta, nera, ecc), indicando anche alcuni modi per cucinarle. Infatti, per lungo tempo la melanzana non fu consumata in alcun modo perché ritenuta responsabile di indurre la pazzia.

Il frutto della melanzana è una bacca carnosa di notevole volume (lunghezza 12-25 cm, larghezza 6-9 cm), con la parte superiore ricoperta dal calice spinoso; forma, grandezza e colore variano a seconda delle cultivar. Le regioni più interessate dalla coltivazione della melanzana in Italia sono Campania, Puglia, Lazio e Sicilia; alcune delle varietà più note nel nostro territorio sono la Violetta lunga di Napoli, la Violetta pallida tonda di Firenze, la Violetta nana precoce, la Bianca tonda.

Il consumo di melanzane favorisce l’abbassamento del colesterolo nel sangue, ed il loro valore nutritivo piuttosto scarso, insieme al basso contenuto di grassi, le rende idonee anche in regimi alimentari ipocalorici. In cucina, si adattano a diversi metodi di preparazione (bollitura, grigliatura, cottura in padella, frittura). Molte ricette suggeriscono di tagliare i frutti a cubetti/fette e sottoporli ad una fase preliminare di salatura: questo accorgimento è finalizzato a favorire il mantenimento di una struttura più compatta anche post-cottura. 

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